Tra i soggetti affetti da disturbi a livello psichico, la dismorfofobia è un disturbo piuttosto frequente, talvolta associato ad altre patologie legate al corpo e alla distorta percezione di sé come, ad esempio, l'anoressia. Il disformismo corporeo consiste nel sentire come intollerabili i difetti del proprio corpo, accentuandone la gravità o percependoli come reali anche quando, di fatto, sono assenti. Coloro che soffrono di tale disturbo mostrano pertanto una visione del proprio aspetto non conforme alla realtà e, a lungo andare nel tempo, subiscono effetti negativi in termini sociali e spesso di salute, ricorrendo a metodi poco sani per ridurre il disagio. Tale patologia può infatti divenire cronica nel tempo e portare il soggetto all'isolamento e alla depressione.
Quali sono i soggetti maggiormente inclini alla dismorfofobia?
La dismorfofobia tende a manifestarsi soprattutto nel periodo adolescenziale, quando il corpo si modifica e alcuni cambiamenti sono percepiti in maniera esageratamente negativa. L'età più frequente dell'insorgenza della patologia è quella dei 17-18 anni, con molti casi che non vengono diagnosticati per tempo in quanto l'isolamento del soggetto lo porta a non chiedere il giusto aiuto in tempo. Le percentuali calcolate per il disformismo corporeo si attestano circa sul 2% della popolazione, con una leggera maggioranza di donne rispetto agli uomini, seppure la diffusione sia abbastanza uniforme come anche le conseguenze causate da questo disturbo.
Il percepire come sbagliato e sgradevole il proprio corpo porta infatti a cercare delle soluzioni drastiche, come ad esempio smettere di mangiare o cadere vittima di episodi di bulimia, soprattutto se si percepisce di avere un fisico poco asciutto.
Correlazione tra dismorfofobia e altri simili disturbi
Nei pazienti la dismorfofobia è spesso associata a vari disturbi alimentari, come anoressia e bulimia, ma non solo. Talvolta compare anche in presenza di ansia, depressione e disturbi ossessivi-compulsivi o se si abusa di sostanze che alterano le percezioni.
In particolare il disformismo corporeo è spesso correlato alla bigoressia, cioè quel desiderio insano di possedere un corpo muscoloso, esagerando con il body building e trasformando questa pratica in un’ossessione.
Lo stesso discorso vale per l'anoressia inversa, cioè appunto la visione distorta di un corpo troppo esile e lontano dai canoni di bellezza attuali, che lo vogliono tonico e muscoloso.
Entrambe le condizioni portano a una visione distorta di sé e un continuo tentativo di uniformarsi all'idea di perfezione creata nella propria mente.
Le possibili cause della dismorfofobia
Le cause della dismorfofobia possono essere molto variabili e sono da ricercare sia in fattori di predisposizione familiare e psicologici, sia in quelli ambientali che determinano la costruzione dell'autostima di una persona. Le persone maggiormente soggette a tale patologia sono quelle dall'introversione esasperata, che tendono a isolarsi e pertanto a non avere un confronto costruttivo, realizzando un'immagine di loro stessi che non corrisponde alla realtà effettiva.
Coloro che in termini familiari e sociali sono stati a contatto con un perfezionismo esagerato, magari da parte di genitori esigenti o figure altrettanto importanti, tendono a riprodurre questo schema e vedere in ogni minimo difetto un problema insormontabile da superare e un ostacolo al raggiungimento della perfezione.
Come accennato l'adolescenza è un periodo particolarmente significativo nella formazione dell'autostima dell'individuo, pertanto se questo è stato vittima di bullismo e prese in giro, è molto probabile che non abbia una corretta percezione del proprio corpo e lo veda come fonte di disgusto per gli altri, facendo proprio tale sentimento.
In generale, anche gli episodi di abusi e abbandoni infantili possono contribuire in tal senso, mortificando il corpo in passato oggetto di attenzione. A incidere è quindi il tessuto familiare e sociale, lo stile di attaccamento del bambino al genitore e le esperienze pregresse che hanno formato la persona nel corso dell'infanzia.
I sintomi più diffusi del disformismo corporeo
I sintomi della dismorfofobia sono numerosi e possono presentarsi tutti insieme oppure alternativamente. Coloro che soffrono di tale disturbo tendono a giudicare severamente anche i minimi difetti del corpo, soprattutto legati al volto. Bocca, naso, occhi e capelli sono spesso percepiti come distorti nella mente dell'individuo e assumono dei connotati sgradevoli.
Questo comporta un continuo confronto con le altre persone in termini di avvenenza fisica, spesso scegliendo un modello di riferimento da eguagliare e cadendo in questa ossessione poco costruttiva per la propria personalità. Alcuni passano ore davanti allo specchio alla ricerca della minima imperfezione, mentre altri evitano le proprie immagini e non si osservano mai.
Il costante nascondere i propri difetti fisici porta la persona a isolarsi dal resto della società, passando la maggior parte del tempo a trovare un modo per celare le imperfezioni e sviluppando uno stato di ansia sempre crescente. L'isolamento è la conseguenza più diretta della patologia, seguito dalla mortificazione del corpo tramite diete drastiche o un'attività fisica eccessiva. Si sceglie quindi spesso di evitare i posti affollati e di non partecipare a situazioni di gruppo, oppure di ricorrere in maniera quasi ossessiva alla chirurgia estetica, stravolgendo il proprio corpo e non sentendosi mai soddisfatti del risultato raggiunto.
Il ritocco diviene una necessità e genera una sorta di ossessione per la perfezione che però, secondo la visione distorta della persona, non viene mai raggiunta, mancando la componente dell'auto accettazione.
Cosa può comportare trascurare la dismorfofobia?
Trascurare la dismorfofobia può portare quindi allo sviluppo di comportamenti ossessivi, che riguardano pratiche alimentari molto drastiche (ad es, diete ferree che possono condurre all'anoressia) e un'eccessiva attenzione nei confronti della chirurgia plastica e dell'attività fisica.
Tali comportamenti sono il preludio di uno stato di depressione che segue quello di ansia, che si riflette in termini sociali isolando l'individuo dal resto del mondo, per sua decisione.
La mancanza di un confronto diretto con altre persone non fa altro che alimentare il circolo dell'ossessione e trovare nuovi difetti da correggere nell'immediato.
Un disturbo di disformismo corporeo non curato adeguatamente potrebbe addirittura sfociare in forme di autolesionismo, quando ci si rende conto che quell'idea di perfezione tanto perseguita in realtà porta a sforzi vani ed è impossibile da raggiungere.
A venire penalizzata non è solo la vita sociale e affettiva ma anche quella lavorativa, con assenze sempre più frequenti per il timore di mostrare agli altri quel difetto percepito in maniera esagerata e spesso del tutto assente.
Intervenire sulla dismorfofobia con la Schema Therapy
Per eseguire una corretta diagnosi di disformismo corporeo, è necessario rivolgersi a un serio professionista del settore, che sappia usare l'approccio migliore per la patologia e per la persona che si trova davanti. Lo scopo della Schema Therapy è proprio individuare quei comportamenti nocivi che devono essere isolati e riconosciuti come scorretti, in modo da modificare lo schema maladattivo e sostituirlo con uno migliore per la propria qualità di vita.
L'obiettivo è capire in quali situazioni di stress e disagio la dismorfofobia aumenta, cogliendo nel passato e nell'infanzia degli elementi scatenanti che possono esserne stati la causa.
Lo schema, una volta individuato, può essere modificato, lavorando molto sui sentimenti e sulle sensazioni, con il terapeuta che ha un ruolo attivo nel riconoscimento delle emozioni negative e nel loro controllo in maniera efficace attraverso specifiche pratiche ed esercizi.
Si tratta di un percorso spesso lungo ma efficace per andare alla radice della problematica ed evitare che questa comprometta ogni sfera della propria vita personale e relazionale.
Se ne senti la necessità richiedi subito una consulenza e parla apertamente del tuo problema, nessuno sarà pronto a giudicare ma solo a trovare una soluzione concreta e attuabile in maniera progressiva.