Ti sarà sicuramente capitato di dover svolgere un compito importante ma di preferire attività più piacevoli ed effimere, con la scusa che lo avresti fatto più tardi, con maggiore slancio ed energia. Questo comportamento è noto come procrastinazione e consiste nel rimandare (o addirittura sostituire) un'attività importante con azioni più semplici e gratificanti. La procrastinazione è un processo psicologico che può essere estemporaneo o abituale. In questo articolo analizzeremo le cause che portano alla procrastinazione, tracceremo la figura del procrastinatore e come evitare tale comportamento con l’aiuto della terapia psicologica. 

Che cosa significa procrastinare

La parola procrastinazione deriva dal latino e significa letteralmente "differire, rinviare" e, quando si parla di questo comportamento, si è soliti riferirsi ad un detto "fare domani, quello che potresti fare oggi". Dall'analisi del termine si comprende che il procrastinatore è colui che tende a rimandare un'attività importante, sia in ambito lavorativo sia familiare, dedicandosi invece ad altro. Le cause della procrastinazione possono essere molteplici e non sempre facili da individuare, ma in generale, chi procrastina tende a non focalizzarsi sulle conseguenze delle proprie azioni. Ad esempio, se si deve consegnare un lavoro entro il pomeriggio, si finisce per posticiparlo fino all'ultimo momento, impiegando il tempo in attività più rilassanti e piacevoli. Con questo comportamento, si sottovalutano le conseguenze: un lavoro frettoloso e fatto all'ultimo momento potrebbe risultare superficiale, inadeguato e non essere apprezzato dal datore di lavoro o dagli altri destinatari. Quando si procrastina, si scatenano delle reazioni a catena e, ritornando all'esempio precedente, la consegna all'ultimo momento non ti permette di svolgere altre attività quotidiane come fare la spesa o portare i figli alle attività extrascolastiche, generando un senso di insoddisfazione e di stress. 

Quando e come si manifesta la procrastinazione 

La procrastinazione si può manifestare in diversi momenti della vita e non sempre è legata all'ambito scolastico o lavorativo, anzi può riguardare anche semplici incombenze quotidiane connesse alla famiglia o agli amici. Si può procrastinare l'appuntamento per una cena tra amici perché non si ha voglia di uscire o si è annoiati o si può evitare una semplice attività quotidiana come portare a spasso il cane perché fa freddo o si ha voglia di un momento di relax. Il procrastinatore occasionale o seriale, dopo aver attuato l'atto del rimandare, può provare frustrazione o senso di colpa, consapevole di aver commesso un errore nel non aver agito tempestivamente. Rispetto al procrastinatore occasionale, quello seriale può subire conseguenze spiacevoli nel tempo, sia a livello personale sia lavorativo e familiare. In questi casi, è fondamentale analizzare le cause del comportamento e adottare strategie psicologiche efficaci per contrastarlo e migliorare la gestione del tempo e delle responsabilità.

La figura del procrastinatore e le diverse tipologie

Oltre alla principale distinzione tra procrastinatore occasionale e seriale, è opportuno sottolineare che non tutti i procrastinatori sono uguali, anzi in ciascuno cambiano le motivazioni, le cause e le dinamiche psicologiche. Una delle figure più note di procrastinatore è quello "evitante": chi rimanda i compiti per paura di fallire, di non essere all'altezza o di essere giudicato e quando attua questo comportamento è assalito da ansia, stress, senso di inadeguatezza e nervosismo. 

Il procrastinatore "insicuro" ha delle affinità con quello evitante, ma non è spinto dalla paura di fallire, ma dal sentimento di non essere all'altezza del compito e tende a rimandare perché pensa che con il tempo riuscirà a portare a termine il compito e di acquisire le capacità e la sicurezza per farlo. Il procrastinatore insicuro è afflitto da stress continuo e non ha nessuna fiducia nelle sue capacità professionali, relazionali o organizzative. 

Un'altra tipologia di procrastinatore è il "perfezionista" ed è un soggetto che si impone sempre standard elevati e che non può mai accontentarsi di risultati mediocri o non in linea con le sue convinzioni, quindi tende a rimandare per arrivare al raggiungimento della sua "perfezione", ma non sempre ci riesce e, nella maggior parte dei casi, non porta a termine i compiti nelle tempistiche stabilite. 

Tra le altre figure di procrastinatori vi è anche il "disorganizzato" che non riesce mai a organizzare il suo tempo e le sue attività e attiva la procrastinazione perché è sempre in ritardo o in difficoltà e preferisce privilegiare i compiti più semplici e piacevoli. Infine nel procrastinatore “impulsivo” vi è invece una tendenza alla distrazione, ogni stimolo esterno può compromettere la sua concentrazione e la buona riuscita dell’attività che deve svolgere. 

Le conseguenze psicologiche della procrastinazione 

La procrastinazione può compromettere significativamente la qualità di vita delle persone, perché si ha una difficoltà costante nel raggiungere i propri obiettivi lavorativi e personali e si è intrappolati in un circolo vizioso dove non è possibile sviluppare una visione positiva e proattiva del futuro. Il procrastinatore fatica ad affrontare le sfide quotidiane e a gestire in modo efficace le proprie responsabilità, con conseguenze che possono influenzare il suo benessere psicologico e l'interazione sociale con colleghi, familiari ed amici. A livello psicologico, la procrastinazione provoca diverse conseguenze: stress, ansia, nervosismo, irritabilità, mancanza di fiducia, incapacità di concentrazione e progettualità, frustrazione e paura. Il disagio psicologico si riverbera in tutti gli aspetti della vita quotidiana e, nel tempo, può provocare anche l'isolamento sociale, la perdita del lavoro e una generale insoddisfazione personale. 

Come affrontare la procrastinazione con il supporto psicologico 

Come abbiamo sottolineato, la procrastinazione può provocare molte conseguenze sia a livello psicologico sia pratico. Per questo è importante individuare le cause alla base di questo comportamento e adottare strategie specifiche per interrompere la tendenza a rimandare. Oltre alla terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a identificare i pensieri disfunzionali legati alla procrastinazione e a sviluppare nuove abitudini più produttive, può essere utile intraprendere un percorso di Schema Therapy.

La Schema Therapy è un approccio integrato che lavora su schemi maladattivi precoci, ovvero modelli profondi e radicati di pensiero, emozione e comportamento che si sviluppano nell’infanzia e influenzano il modo in cui affrontiamo la vita adulta. Nel caso della procrastinazione, la Schema Therapy permette di esplorare bisogni emotivi insoddisfatti, vulnerabilità personali e meccanismi di coping disfunzionali, come l’evitamento o l’autosvalutazione. Il terapeuta aiuta il paziente a riconoscere questi schemi e a costruire un dialogo interiore più sano e funzionale, promuovendo comportamenti più coerenti con i propri obiettivi e valori.

Il percorso psicologico si basa quindi non solo sull’analisi delle cause e dei sentimenti associati alla procrastinazione, ma anche sull’insegnamento di tecniche pratiche. Il terapista può proporre, ad esempio, piccoli compiti quotidiani per ridurre l’evitamento, strategie di pianificazione più realistiche, tecniche per abbassare standard irrealistici e una maggiore consapevolezza emotiva. La terapia viene personalizzata a seconda del tipo di procrastinatore: per chi tende a evitare per paura del fallimento o del giudizio, il lavoro sarà centrato sulla gestione delle emozioni e sul rafforzamento dell’autoefficacia; per chi è disorganizzato, invece, si punterà maggiormente su strumenti per una migliore gestione del tempo e delle priorità.

Il primo passo per evitare la procrastinazione resta comunque quello di riconoscere il proprio atteggiamento, comprenderne l’impatto sulla qualità della vita quotidiana e decidere di agire (magari in sinergia con un terapista) per cambiare il proprio approccio e costruire un futuro personale più sereno e soddisfacente.

Se ne senti la necessità richiedi subito una consulenza e parla apertamente del tuo problema, nessuno sarà pronto a giudicare ma solo a trovare una soluzione concreta e attuabile in maniera progressiva.